Nella passata settimana si sono accavallate molte cose, dal 150esimo dell'Unità d'Italia a St Patrick, dalla Libia bombardata dal mondo al Giappone in emergenza disastro nucleare.
Mentre il mondo va a pezzi per vari motivi noi tutti non abbiamo neanche il tempo di fermarci a riflettere.
L'ormai più che maggiorenne Italia: che a me fa un po' sorridere che siano solo 150 anni da quando siamo "uniti" mentre la storia del nostro Bel Paese riecheggia nel mondo da millenni, da sempre si può dire. Soprattutto mi fa ridere che si festeggi l'unità d'Italia mentre si lotta ferocemente a suon di ricatti politici, di cui poi noi poveracci popolo ne facciamo o ne faremo le spese, con la lega il federalismo e l'odio tra nord e sud (diciamocelo l'Italia è uno sputo di territorio rispetto al Mondo intero, dividiamoci pure così faremo ridere il doppio).
Nel frattempo io nella verde Irlanda mi occupavo di festeggiare con "classe" il mitico St. Patrick Day assieme al mio giovane Fratello ed al suo Amico.
Devo ammettere che quest'anno abbiamo preso la saggia decisione di ignorare la parata, anche se è passata e si è conclusa nella via parallela a dove abito. Purtroppo è una bella bufala, lo avevamo verificato lo scorso anno. Venendo da una città come Roma siamo già abituati a grandi numeri di gente in piazza, anche solo una manifestazione sportiva di minor rilievo nella Città Eterna ha più folla della parata, questione di proporzioni ovviamente, in più è abbastanza lenta e non proprio spettacolare. Comunque è la giornata che merita d'essere vissuta in giro per le strade, passando come d'obbligo di pub in pub degustando a piacimento alcolici, principalmente birre, indossando rigorosamente qualcosa di verde, possibilmente un cappello improbabile o dipingendosi il volto con i colori della bandiera, o sfoggiando trifogli in ogni qualsivoglia modalità.
E' ben difficile descrivere il giorno di St. Patrick, in giro per le strade incontri qualsiasi tipologia di individuo, in qualsiasi condizione, c'è anche da dire che passando le ore a bere dopo l'atmosfera inizialmente, forse, minimamente normale, comincia a sembrare sempre più fiabesca e surreale, complice il tasso alcolico, forse, non saprei dire con esattezza se è una sensazione viziata dai fiumi di birra che scorrono generosissimi o se è veramente un giorno in cui ci si lascia andare cantando a squarciagola, abbracciando sconosciuti, scambiandosi cappelli e palloncini, sorridendosi a vicenda camminando per strada tra una sosta bevereccia e l'altra.
Più che un festeggiamento politico è proprio una festa di gente, di persone che si divertono. Già per loro natura e cultura gli Irlandesi non mancano mai di un sorriso e di godersi la vita, il semplice fatto che il simbolo della città sia fieramente una prostituta dovrebbe rendere l'idea, ma il giorno di San Patrizio vi assicuro che camminando per la città, più che altro saltellando allegramente per la città, ci si aspetta di veder comparire un lepricano all'angolo della strada che rovista nella pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno, come ti aspetteresti di vedere un gatto attraversare la strada al centro di Roma. Probabilmente se lo avessi visto sul serio, e non sono proprio certa che non sia stato così, avrei fatto "ciao ciao con la manina" con gioia e sarei passata oltre considerandola una cosa più che usuale.
In tutto ciò tornare a casa ed accendere il computer per avere una più o meno sobria idea di cosa succedesse nel resto del mondo è stato piuttosto disarmante (devo avvertirvi che il giorno di San Patrizio ovviamente parte dalla serata del 16 e, considerando che quest'anno era attaccato al we, il festeggiamenti sono più o meno finiti domenica sera il 20) la Libia continua a bombardare il suo stesso popolo e noi governi "civili" a quanto pare gli diamo una mano, complice sempre un liquido ma stavolta non è birra è più denso e scuro, sempre infiammabile ma molto più costoso, io personalmente trovo alquanto azzardati gli interventi aerei che stiamo portando avanti soprattutto perché finemente detto "se quelli s'incazzano davvero ce fanno er culo a strisce". D'altra parte capisco anche che non si può tollerare che un uomo massacri un popolo senza minimanete intervenire. In conclusione non ho una soluzione, ma non è il mio lavoro risolvere crisi internazionali.
Il Giappone lotta ora dopo ora, minuto dopo minuto contro l'eventualità, a quanto pare sempre più concreta, di un disastro nucleare di dimensioni enormi, cosa che coinvolgerebbe il mondo intero. Ovviamente a loro va tutta la mia solidarietà mentre mi sento un po' in colpa per essermi goduta questo lungo we visto come si sta sfasciando il mondo.
Colgo anche l'occasione per far presente che l'Italia meno di 25 ani fa ha già votato contro il nucleare con un referendum che non ho capito per quale motivo si sta mettendo in dubbio, in fondo le persone che hanno detto no al nucleare sono ancora vive per la maggior parte non è che si tratta di abolire una legge medioevale che oggi non avrebbe più significato.
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