martedì 22 marzo 2011

c'è sempre musica

c'è sempre musica
muove il corpo, lo comanda
la mente si distrae
ha vita propria, devi solo seguirla

note di orchestre
linee fluide, morbide e decise
è pura bellezza


mescolare arte
mescolare il corpo
confondere il palco con una roda


note ancestrali
dialoghi a due, scambi di energia
è potente bellezza

c'è sempre musica
sveglia la mente, la comanda
il corpo si distrae
ha vita propria, devi solo seguirlo.

lunedì 21 marzo 2011

un we tra compleanni italiani, verdi birre, guerre civili e disastri nucleari

Nella passata settimana si sono accavallate molte cose, dal 150esimo dell'Unità d'Italia a St Patrick, dalla Libia bombardata dal mondo al Giappone in emergenza disastro nucleare.
Mentre il mondo va a pezzi per vari motivi  noi tutti non abbiamo neanche il tempo di fermarci a riflettere.
L'ormai più che maggiorenne Italia: che a me fa un po' sorridere che siano solo 150 anni da quando siamo "uniti" mentre la storia del nostro Bel Paese riecheggia nel mondo da millenni, da sempre si può dire. Soprattutto mi fa ridere che si festeggi l'unità d'Italia mentre si lotta ferocemente a suon di ricatti politici, di cui poi noi poveracci popolo ne facciamo o ne faremo le spese, con la lega il federalismo e l'odio tra nord e sud (diciamocelo l'Italia è uno sputo di territorio rispetto al Mondo intero, dividiamoci pure così faremo ridere il doppio).
Nel frattempo io nella verde Irlanda mi occupavo di festeggiare con "classe" il mitico St. Patrick Day assieme al mio giovane Fratello ed al suo Amico.
Devo ammettere che quest'anno abbiamo preso la saggia decisione di ignorare la parata, anche se è passata e si è conclusa nella via parallela a dove abito. Purtroppo è una bella bufala, lo avevamo verificato lo scorso anno. Venendo da una città come Roma siamo già abituati a grandi numeri di gente in piazza, anche solo una manifestazione sportiva di minor rilievo nella Città Eterna ha più folla della parata, questione di proporzioni ovviamente, in più è abbastanza lenta e non proprio spettacolare. Comunque è la giornata che merita d'essere vissuta in giro per le strade, passando come d'obbligo di pub in pub degustando a piacimento alcolici, principalmente birre, indossando rigorosamente qualcosa di verde, possibilmente un cappello improbabile o dipingendosi il volto con i colori della bandiera, o sfoggiando trifogli in ogni qualsivoglia modalità.
E' ben difficile descrivere il giorno di St. Patrick, in giro per le strade incontri qualsiasi tipologia di individuo, in qualsiasi condizione, c'è anche da dire che passando le ore a bere dopo l'atmosfera inizialmente, forse, minimamente normale, comincia a sembrare sempre più fiabesca e surreale, complice il tasso alcolico, forse, non saprei dire con esattezza se è una sensazione viziata dai fiumi di birra che scorrono generosissimi o se è veramente un giorno in cui ci si lascia andare cantando a squarciagola, abbracciando sconosciuti, scambiandosi cappelli e palloncini, sorridendosi a vicenda camminando per strada tra una sosta bevereccia e l'altra.
Più che un festeggiamento politico è proprio una festa di gente, di persone che si divertono. Già per loro natura e cultura gli Irlandesi non  mancano mai di un sorriso e di godersi la vita, il semplice fatto che il simbolo della città sia fieramente una prostituta dovrebbe rendere l'idea, ma il giorno di San Patrizio vi assicuro che camminando per la città, più che altro saltellando allegramente per la città, ci si aspetta di veder comparire un lepricano all'angolo della strada che rovista nella pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno, come ti aspetteresti di vedere un gatto attraversare la strada al centro di Roma. Probabilmente se lo avessi visto sul serio, e non sono proprio certa che non sia stato così, avrei fatto "ciao ciao con la manina" con gioia  e sarei passata oltre considerandola una cosa più che usuale.
In tutto ciò tornare a casa ed accendere il computer per avere una più o meno sobria idea di cosa succedesse nel resto del mondo è stato piuttosto disarmante (devo avvertirvi che il giorno di San Patrizio ovviamente parte dalla serata del 16 e, considerando che quest'anno era attaccato al we, il festeggiamenti sono più o meno finiti domenica sera il 20) la Libia continua a bombardare il suo stesso popolo e noi governi "civili" a quanto pare gli diamo una mano, complice sempre un liquido ma stavolta non è birra è più denso e scuro, sempre infiammabile ma molto più costoso, io personalmente trovo alquanto azzardati gli interventi aerei che stiamo portando avanti soprattutto perché finemente detto "se quelli s'incazzano davvero ce fanno er culo a strisce". D'altra parte capisco anche che non si può tollerare che un uomo massacri un popolo senza minimanete intervenire. In conclusione non ho una soluzione, ma non è il mio lavoro risolvere crisi internazionali.
Il Giappone lotta ora dopo ora, minuto dopo minuto contro l'eventualità, a quanto pare sempre più concreta, di un disastro nucleare di dimensioni enormi, cosa che coinvolgerebbe il mondo intero. Ovviamente a loro va tutta la mia solidarietà mentre mi sento un po' in colpa per essermi goduta questo lungo we visto come si sta sfasciando il mondo.
Colgo anche l'occasione per far presente che l'Italia meno di 25 ani fa ha già votato contro il nucleare con un referendum che non ho capito per quale motivo si sta mettendo in dubbio, in fondo le persone che hanno detto no al nucleare sono ancora vive per la maggior parte non è che si tratta di abolire una legge medioevale che oggi non avrebbe più significato.

venerdì 11 marzo 2011

la parola Immigrato

Oggi guardo in differita annozero di ieri sera, puntata sulla Libia, sulla crisi, sull'economia, insomma un po' il solito di questi tempi.

Riflettevo anche sulla parola IMMIGRATO:

Io sono un'Immigrata a tutti gli effetti, presi baracca a burattini e trasferita in un altro paese, ma nessuno mi chiama immigrata, nessuno mi considera tale, nessuno mi guarda con occhi diversi.
Solo perchè io ho la grande fortuna di avere una famiglia solida alle spalle che può permettersi di aiutarmi economicamente quando sono in difficoltà non vuol dire che io faccia qualcosa di diverso da quello che i cosiddetti "Immigrati" facciano. Solo perchè io sono arrivata qua con un aereo e non su un barcone non è che io sia meno Immigrata di loro, sono solo più fortunata.
In effetti anche io non condivido quello che succede nel mio paese e ho trovato forse più facile andarmene che combattere, con tutte le varie eccezioni del caso la mia situazione, filosoficamente parlando, non è così diversa dai poveri ragazzi sbarcati a Lampedusa, entrambi fuori dal nostro paese, per motivazioni varie e diverse, entrambi Immigrati ma io ho avuto la fortuna di avere dei soldi a disposizione e per questo non vengo etichettata come pericolosa, o un problema, il mio ruolo sociale non è quello di Immigrato ma di ospite.
Oramai Immigrato è diventato quasi una parolaccia, qualcosa di negativo e anche chi come me vive all'estero non chiama se stesso immigrato anche se in fondo è quello che siamo.

Non so ma forse se ci riflettessimo un pochino smetteremmo di avercela tanto con gli Immigrati e cominceremo ad avercela con i problemi veri come i Maleducati, o i Corrotti, o i Ladri, o i Disonesti, o gli Assassini, o...

martedì 8 marzo 2011

8 marzo: la mia tribù di donne

A casa mia l'8 marzo è un grande giorno: la tribù si riunisce.
Per tribù intendo tutte le donne parenti e amiche di sempre di almeno due, spesso tre, generazioni partendo da mia madre e le sue amiche, con le relative figlie, da sempre mie amiche, e spesso anche le nonne che forse ultimamente sono la parte più imprevedibile della festa, si riuniscono a cena a casa nostra, è una tradizione che c'è da sempre.
Mariti e fratelli sono banditi, o meglio se la danno a gambe levate.
E' il tripudio della femminilità tavola imbandita da decine di portate, aperitivi e vino scorrono generosi, pettegolezzi e chiacchiere riuniscono tre generazioni di donne che allegramente e gioiosamente si divertono nell'unica serata dell'anno in cui ci è concesso pressochè ogni vizio.
Lungi dall'essere una protesta politica o iperfemminista l'8 marzo a casa mia è un giorno preso a prestito per una grande festa tra donne che si vogliono bene, che sono cresciute come una famiglia, sempre pronte ad aiutarsi. Sì perchè consanguigneità a parte loro sono la mia famiglia allargata e io queste donne le amo con tutto il mio cuore, sono piena di mamme, zie, nonne e sorelle amiche da sempre e per sempre e in questo giorno (cui non mancherò neanche dall'Irlanda grazie alle nuove tecnologie della videochiamata online) si festeggia qualcosa a cui non potrei mai rinunciare il supporto, l'amore, la gioia e gli splendidi momenti che le mie donne mi hanno dato, mi danno e mi daranno sempre.

In alto i calici per le mie donne, che mi mancano infinitamente

venerdì 4 marzo 2011

Bunga bunga a ritmo di valzer

Ruby al ballo delle debuttanti a Vienna...

Vestito dorato (si poteva fare di meglio), accompagnata da un vecchio ricco (le abitudini sono dure a sparire), mentre sorseggia champagne fuoriluogo in ogni possibile contesto.

Il mondo ride, si indigna, ha pietà di noi.

Io non credo ci siano molte parole da dire a riguardo se non che la vergogna non è più di questo mondo.

Desidero molto che tutto questo vallettismo e velinaggio non rappresenti l'Italia, che quindi non rappresenti me quando dico di essere italiana ma purtroppo non si intravede una presa di posizione di dignità.

N.B. nel frattempo in Italia ci sono proposte di riforma della giustizia cucite più che su misura che riescono a far inorridire addirittura Ghedini

ricodi di un'infanzia al Fondo Grande

Te la ricordi la luce che filtrava tra rami e foglie nel boschetto dietro il condominio? Te li ricordi i tavoli su cui correvamo per poi saltare giù fingendo di essere superman? Ti ricordi gli infiniti tornei a calcio balilla la sera in sala giochi? Te lo ricordi il parco giochi con le altalene lo scivolo, la giostra? Te le ricordi le giornate passate a costruire i fortini nel bosco?
Te lo ricordi, quello era il tempo in cui giocavamo con le mani, mani che diventavano pistole, che costruivano capanne nel bosco, mani che diventavano l’arma per vincere a toccofulmine, mani che giocavano con palloni, biglie, mani per raccogliere frutti di bosco, funghi e fiori, mani per fare il solletico.
Te lo ricordi, era il tempo in cui guardavamo il mondo con gli occhi veri, e lo toccavamo, niente televisione, niente videogiochi, al massimo il flipper, ci guardavamo e ridevamo, occhi per giocare a nascondino, a strega di mezzanotte, occhi per fare a gara di trova la differenza, per vedere chi si muove ad un due tre stella, occhi per farci le boccacce di nascosto dagli adulti, occhi per guardare le stelle cadenti la notte di san Lorenzo.
Te lo ricordi, era il tempo in cui correvamo per fare qualsiasi cosa, per andare a cercare gli amici a casa, per fare le scale visto che l’ascensore era vietato ai bambini, gambe per giocare a pallone, per andare nel bosco, gambe per pedalare su quelle bici che fingevamo essere motociclette, ginocchia da sbucciare senza disinfettarle e continuare a giocare, gambe per spingere l’altalena più in alto, gambe per scappare giocando ad acchiapparella.
Te lo ricordi, era il tempo in cui tornavamo a casa alle sette di sera, il tempo in cui dall’una alle quattro non si poteva fare chiasso perché gli adulti riposano, il tempo in cui in sala lettura si andava solo a fare i compiti delle vacanze perché noi avevamo la sala giochi accanto alla lavanderia, il tempo in cui se non finisci quello che hai nel piatto non avrai l’altra portata, il tempo in cui si faceva merenda con il pane tostato dalla nonna, “la morale è sempre quella fai merenda con girella”, il tempo in cui i gelati confezionati erano una decina al massimo e ridevamo da pazzi con le barzellette del cucciolone.
Te lo ricordi, erano le serate passate a giocare a obbligo o verità, al dire fare baciare, se al gioco della bottiglia capitava bacio sulle labbra potevi dire di no perché era imbarazzante, era il tempo in cui eravamo bambini fino a 12 anni e se ti fidanzavi perché ti faceva sentire grande al massimo andavi a nasconderti per darti un timido bacino.
Te lo ricordi, i pantaloncini corti e le magliette a mezze maniche, le superga, i calzini fino al ginocchio così non ci pungevano le ortiche, i bambini che portavano gli occhiali erano semplicemente bambini e la prima cosa che chiedevi ad una nuova persona era il suo nome, il vestito carino per la messa a cui non volevamo andare, il cinema era il pomeriggio ed un grande evento mondano.
Te lo ricordi, come eravamo felici, come ridevamo, come ci inventavamo mille volte lo stesso gioco senza stancarci mai, come ogni cosa si trasformava in un’altra solo grazie alla fantasia, come i grandi ci sembravano grandi e strani, come era bello sentire il sole sulle guance arrossate dalla corsa, come sembrava difficile giocare a nomi cose e città.
Te lo ricordi, i primi gameboy con il tetris, Beverly Hills 90210, la MBK, le prime pubblicità progresso con “e questo di chi è?”, la polaroid, te lo ricordi come siamo diventati grandi? Come abbiamo perso la fantasia? Come abbiamo smesso di giocare guardandoci per giocare con una realtà virtuale? Come abbiamo smesso di usare l’alfabeto farfallino per passare agli SMS?
Te lo ricordi…

giovedì 3 marzo 2011

IGNORANZA SULL’EDUCAZIONE SESSUALE

Pubblicato sul mensile what's up a giugno 2010

I ginecologi italiani lamentano la scarsa attenzione dei media sulle problematiche legate al sesso e invocano la complicità di volti noti ai giovani, in primis di presentatori televisivi e deejay.
di Martina Celleno

La tv è la fonte di informazione più qualificata sulla sessualità per oltre 300mila teenager italiani. Secondo una recente indagine internazionale è infatti ritenuta il punto di riferimento da ben il 10%, la stessa percentuale di chi si rivolge, in primo luogo, a insegnanti, fratelli o sorelle.
"Quando si toccano argomenti che riguardano l'educazione sessuale vanno utilizzate grandi prudenza e professionalità. - spiega Giorgio Vittori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) -. Nel nostro Paese le esperienze sono a macchia di leopardo e probabilmente richiedono una strategia illuminata. Nelle scuole non viene sempre insegnata, anche se il 64% degli studenti lo chiede e il 44% auspica più dialogo su questi temi a casa".
Cominciare istituendo veri e propri corsi in cui i medici insegnino a presentatori e deejay come trasmettere contenuti chiave per vivere una sessualità responsabile e serena è la proposta lanciata dalla SIGO durante il Convegno nazionale “Adolescenti, sessualità e media” tenutosi a Roma alla fine di Aprile. In Italia non si parla abbastanza, soprattutto non abbastanza chiaramente ed apertamente, di tutto ciò che riguarda la sessualità. I molti taboo e le infinite parole "censurate" dai media rendono difficile e complicata la recezione di messaggi che riguardano il corpo e la salute, soprattutto quella femminile.

La preoccupazione dei medici
È la Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia a lanciare questo importante allarme, non uno studio sociologico, ma una categoria di medici che riscontra una gravissima carenza di informazioni corrette nei giovanissimi che troppo spesso li portano ad affrontare problemi che potrebbero essere evitati grazie solo ad una corretta informazione.
Conoscere il proprio corpo e cosa esattamente succeda, senza dubbi e con serenità, permette di scegliere con maggiore consapevolezza ogni dettaglio della propria vita sessuale: dal giusto anticoncezionale al giusto approccio al sesso vero e proprio.

Il pentimento sul sesso prematuro
Oltre all'aumento dei giovani affetti da malattie sessualmente trasmissibili, è sempre maggiore la percentuale di ragazzi che si pentono delle loro esperienze sessuali premature e in gran parte inconsapevoli. Secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “Pediatrics”, organo ufficiale dell’Accademia americana dei pediatri, immagini e dialoghi troppo espliciti e ripetuti nel tempo possono anticipare l’età del primo rapporto che, in Italia, secondo i dati SIGO, avviene senza precauzioni per il 37% delle ragazze.
"In mancanza di punti di riferimento gli adolescenti si rivolgono a Internet, radio e piccolo schermo: gli idoli dello spettacolo possono quindi influenzarli con comportamenti e messaggi, questo rende indispensabile formare correttamente questi personaggi", continua il dottor Giorgio Vittori.

“Siamo ancora arretrati sulla contraccezione”
Putroppo per i ragazzi anche il più semplice argomento come quello della contraccezione è difficile da affrontare non solo con adulti o amici ma anche con il/la proprio partner per i più giovani. La SIGO da tempo è impegnata su questo fronte, con un’attenzione costante alla comunicazione. "Ci rivolgiamo soprattutto agli adolescenti. – commenta il prof. Vittori – La conoscenza della salute riproduttiva è scarsa e i ragazzi non sempre possiedono gli strumenti per decidere quando avere il primo rapporto, quali sono le informazioni necessarie e soprattutto quali conseguenze e valori sono collegati alle esperienze sessuali. Il risultato? Aumento drammatico delle malattie sessualmente trasmissibili (clamidia, sifilide, gonorrea e AIDS), tassi di interruzione volontaria di gravidanza inaccettabili e 10.000 nascite ogni anno nelle teenager. Gli indicatori scientifici e di farmaco-economia parlano chiaro: siamo purtroppo arretrati sulla contraccezione, intesa come indicatore di utilizzo di strumenti di gestione della salute riproduttiva”.

Il servizio on line “Scegli Tu”
La SIGO già da cinque anni promuove il progetto "Sceglitu" (www.sceglitu.it) un servizio on line, reso possibile grazie ad un educational grant di Bayer Schering Pharma, rivolto sia ai giovani che ai ginecologi, che guida ed aiuta la scoperta del sesso.
L’impegno della Società scientifica si sta sempre più concentrando sui media, anche attraverso la definizione di un decalogo, presentato nel febbraio scorso, da condividere con autori e conduttori tv per utilizzare i vari format come veicolo di informazioni certificate. Tra le regole proposte spiegare che la responsabilità della contraccezione deve essere condivisa, informare sui duplici rischi di un rapporto non protetto (gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili) e sfatare luoghi comuni e convinzioni errate, come quella sull’efficacia del coito interrotto.

Polentina di farro spezzato (V- egan)


Cominciamo con il dire che d'ora in poi, in piena tradizione anglosassone che effettivamente ammiro, metterò il simbolino (V) accanto alle ricette che possono essere pappate anche dai vegetariani o dai vegani, sì nella mia vita ne ho conosciuti molti, anche se io non lo sono, e ne ho frequentati, specialmente uno, da molto vicino e oltre a ringraziare la mamma che mi ha sempre educato a mangiare le verdure proponendo sempre versioni gustose e semplici (quindi non mi crea particolari problemi avere una dieta vegetariana, a meno che non sia definitiva) devo dire che prendendoci un pochino la mano anche la cucina vegetariana permette di sbizzarrirsi e creare piatti gustosi, sani e bilanciati vedrete che anche i meno appassionati di verdure gusteranno queste ricette.

Polentina di farro spezzato (ricetta della mamma)

Fate un soffrittino con cippolla, sedano e carote.
Aggiungete il farro spezzato (un pugnetto a testa, più uno d'emergenza, di solito è più che sufficiente poichè il farro cresce molto)  e coprite d'acqua, quando comincia a sobollire (non bollire a tutta callara) aggiungete un dado vegetale (quindi non salate l'acqua in precedenza altrimenti avrete una sete da cammelli dopo mangiato) e lascia SOBbollire piano per almeno una mezzoretta mescolando ogni tanto stando molto attenti a non far attaccare alla pentola il tutto (un po' succederà è normale ma non rovinate proprio tutta la zuppa).
La cottura va regolata nei tempi in modo che il tutto venga di consistenza polentosa-molle ma non troppo zuppa. 
In un padellino a parte fate un sughettino di pomodoro abbastanza denso (o con la passata o con i pelati o con i pomodori freschi a seconda del gusto e del tempo a disposizione).
Servite la polentina in ciotoline con la salsa a tavola a parte che sarà usata per condire la polentina.

Ottima ricetta da un punto di vista dietetico e nutrizionale, soprattutto molto molto gustosa e vi farà fare un figurone da novelle cousine anche se in realtà è semplice semplice.

enjoy!!!!

Dublino, città ad energia intelligente

Pubblicato circa un anno fa sul sito www.stile.it

Dublino, città ad energia 

intelligente

di Martina Celleno

La città di Dublino è stata lodata pubblicamente per 

gli sforzi riusciti nel progetto di riduzione dell’emissione 

di carbonio

Nella conferenza di Bruxelles il 4 maggio ci si concentrerà
su come le città possano iscriversi a un “Patto dei sindaci": 
un impegno ad andare oltre gli obiettivi della politica 
energetica dell'UE in termini di riduzione delle emissioni 
di CO2. La città di Dublino aveva già firmato sin dall’anno 
scorso, si è impegnata in tutto il 2009 per diventare una città 
a energia - intelligente ed è nettamente in anticipo rispetto 
agli obiettivi fissati nel Patto. Il piano prevedeva che la capitale 
Irlandese riducesse le sue emissioni di CO2 di 20PC entro il 2020, 
ma i funzionari di Dublino in realtà mirano a una riduzione di 33PC.
La città è stata lodata pubblicamente per gli sforzi riusciti nel 
progetto di riduzione dell’emissione di carbonio. 
Il sindaco è stato invitato ad organizzare una grande 
conferenza per spiegare come la capitale sia all'avanguardia 
con progetti come il nuovo centro congressi ecosostenibile, 
il primo al mondo, e un parco urbano del tutto alimentato da 
energie rinnovabili.
Progettato dall'architetto irlandese Kevin Roche, vincitore del 
riconoscimento Pritzker Prize, il Centro Congressi aprirà al 
pubblico per Settembre 2010. Il Dublin National Conference
Centre (DNCC) è un edificio dotato di una struttura in vetro 
che si affaccia sul porto di Dublino, Spencer Dock, sul fiume 
Liffey. Un progetto di spicco per design e sostenibilità del 
tutto in linea con la nuova politica green della città di Dublino. 
Kevin Roche, ha applicato tecniche di ultima generazione 
per ridurre al minimo l'impatto ambientale dell' edificio. 
I materiali di costruzione sono calcestruzzo e fibre d'acciaio 
a basso contenuto di carbonio. Gli impianti sfruttano fonti 
energetiche sostenibili e, in sintonia con i dettami del 
Protocollo di Kyoto per il bilanciamento delle emissioni 
residue dell'edificio.
Inoltre il Dublin City Council ha aperto il primo parco urbano 
sostenibile lo scorso maggio, cinque turbine eoliche da 50 kW 
forniscono elettricità per impianti sportivi del parco, 
l'illuminazione pubblica e l’aerazione dell'acqua. 
"E’ un grande affare per Dublino" ha dichiarato il sindaco 
Emer Costello all'Herald, aggiungendo: "E' una piuma 
importante sul nostro cappello”.
La sig.ra Costello, moglie del sindaco, ha fatto notare che 
il miglioramento del consumo energetico residenziale sarà 
la chiave per rendere la città più rispettosa dell'ambiente. 
La riqualificazione di abitazioni ed edifici potrebbe anche 
aprire un grande mercato del lavoro in questo settore in 
Irlanda, oltre ovviamente a rinfrancare le casse municipali: 
un piano d'azione che indica un risparmio potenziale di 
oltre un miliardo di euro nella regione di Dublino entro il 2020.

Dal mensile "what's up" di un paio d'anni fa


Siamo i più “cattivi” d’Europa
di Martina Celleno

L’Italia sale al secondo posto della classifica dei 
“cattivi d’Europa” riguardo al rispetto dei diritti umani, 
primato deplorabile. Peggiore di noi solamente la 
Romania e sotto di noi tutti e 45 gli altri stati europei. 
Le accuse sono di xenofobia, maltrattamento dei 
migranti e delle minoranze etniche sia a livello giuridico 
che governativo che umanitario. Già dal 2007 la 
commissione europea redarguisce l’Italia per i 
trattamenti riservati agli immigrati irregolari, per la 
pericolosità di molte affermazioni pubbliche dei 
politici e per le proposte delle nuove leggi del 
“pacchetto sicurezza” accusando la classe 
politica italiana di diffondere sempre più un clima 
di intolleranza e razzismo nel nostro bel paese. 
Gli sgomberi di famiglie Rom con bambini, donne 
e malati, anche in pieno inverno, senza alcuna 
assistenza né alternative umanitarie, da Milano e 
Roma, città attualmente in preda a un'intolleranza 
spietata e raccapricciante, da Bologna a Firenze, 
da Torino a Napoli, da Verona a Pesaro, dove neanche 
la morte di due bimbi nel grembo delle madri, di
etnia Rom, ha mosso le autorità locali a cambiare 
politiche, ovunque il clima è ostile a chi è diverso 
o socialmente in difficoltà. 
Pochi giorni fa nel parlamento europeo di Strasburgo 
si è discusso sulla situazione dei Rom in Europa: 
"La situazione è molto difficile in Italia ma non 
solo in Italia", ha spiegato il capogruppo socialista 
Martin Schulz, "dobbiamo evitare che succeda anche 
altrove ciò che è successo in Italia, e vogliamo sapere 
che cosa ha fatto in passato e che cosa intende fare in 
futuro la Commissione europea". La situazione italiana 
serve a dare il cattivo esempio a tutta Europa, si addita 
la nostra nazione come intollerante e ricca di odio, 
accuse non proprio infondate.
L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione 

in Europa (OCSE) ha accusato l'Italia di stigmatizzare 
gli immigrati parlando degli attacchi contro i campi 
nomadi e osservando che la natura della recente 
campagna elettorale italiana ha portato a una cultura 
dell'impunità per chil ancia questi attacchi. 
Dichiarazioni xenofobe di politici e decreti volti a  
criminalizzare la sola condizione di immigrato 
irregolare spaventano tutta Europa e anche 
molti cittadini Italiani, le condizioni dei campi di 
accoglienza e delle condizione di detenzione per 
i reati fanno rabbrividire chiunque ne abbia avuto 
a che fare. Le proposte del “pacchetto sicurezza” 
così denigrato e temuto sono in breve :

- un decreto legge che punisce con la reclusione e la 

  confisca del bene per chi affitta un immobile a un 
  immigrato irregolare, attribuisce più ampi poteri ai 
  sindaci in materia di "ordine e sicurezza pubblica" 
  e rende una circostanza aggravante di qualsiasi 
  reato quella di essere stato
  commesso da un immigrato irregolare;

- un disegno di legge che propone di considerare reato 

  l'ingresso e il soggiorno irregolare in Italia e intende 
  portare a 18 mesi il tempo massimo della detenzione 
  nei centri a scopo di espulsione (ora di 60 giorni);

- una bozza di decreto legislativo che prevede la 

  cancellazione dell'effetto sospensivo dell'espulsione, 
  recentemente attribuito al ricorso contro lo status 
  di rifugiato; altre due bozze di decreti legislativi 
  che inaspriscono le norme relative ai ricongiungimenti
  familiari e al soggiorno dei cittadini Ue.


Con una legislazione come questa anche i 
richiedenti asilo, 
spesso e volentieri costretti a fare ingresso irregolarmente 
nei paesi dove cercano protezione, potrebbero essere 
accusati di aver commesso un reato, eventualità per altro 
espressamente esclusa dalla Convenzione di
Ginevra sullo status dei rifugiati. 

In un rapporto del Commissario del Consiglio d'Europa 
per i diritti umani Thomas Hammarberg, dall’ultima 
visita in gennaio presso alcuni centri di accoglienza 
italiana esprime profonda preoccupazione per la 
sistematica violazione dei diritti umani di migranti 
e delle minoranze. La maggiore preoccupazione viene 
dai nuovi provvedimenti presi in materia di immigrazione 
e asilo, definiti eccessivamente duri, come l’aumento 
della pena per i migranti irregolari, il cosiddetto 
aggravante di clandestinità, oppure l’obbligo per i medici 
di denunciare gli irregolari che hanno bisogno di cure.

martedì 1 marzo 2011

quelle persone

Ci sono poi quelle poche persone, più che poche uniche, che con un paio di parole già ti hanno messo di buon umore, che da un sospiro hanno capito cosa vuoi, che sanno leggere le tue parole dentro di te, che ascoltano quello che vuoi dire e non necessariamente quello che dici.
Quelle persone che ti mancano sempre, costantemente, ma in maniera dolce che fa quasi compagnia, con cui parlare per ore di niente e di tutto, quelle che dici "la cosa più vicina all'anima gemella", persone con cui non devi necessariamente condividere momenti o una vita, quelle che sai che ci sono e puoi anche dare di matto e comportarti male ma capiranno, e quasi non avrai bisogno di scusarti.
Quelle persone a cui non vuoi semplicemente bene, non è amore, non è neanche sesso, quelle persone ti vedono per quello che tu ti senti veramente e nient'altro, con quelle persone non devi fingere mai, neanche quando pensi cose sgradevoli.
Quelle che è bastato un attimo a capire che non si può definire cosa c'è tra voi due, ma quello che c'è è assolutamente più che sufficiente, non sono fidanzati, non sono amanti, non sono amici, sono quelle persone che non si può neanche raccontare per quanto è bello averle trovate.
Io sono grata di aver trovato questo.