martedì 30 ottobre 2012

tra il minetrone ed il poncho

stanca e devastata da una lunga giornata di lavoro il vento sbatte addosso come schiaffi, l’inverno è arrivato violentemente e non ci sarà scampo a tutto questo fino a maggio.
Torno a casa chiacchierando al telefono con un’amica di sempre raccontando i dettagli delle mie notti brave che ultimamente ho deciso di rivivere pagando lo scotto di essere ammalata da oramai due settimane, la vecchiaia arriva anche per me, lo dico sempre per abituarmi così spero non sarà un shock troppo grande.
Entro in casa, entro nella mia stanza un vortice di vestiti sparsi sul letto mi ricorda che ieri ero troppo stanca per mettere in ordine i panni lavati, richiudo la porta della camera, domani vado a lavoro tardi, avrò tempo di farlo ora voglio rilassarmi, voglio casa voglio coccole voglio cucinarmi qualcosa di buono.
A Dublino qualcosa di buono è sinonimo di qualcosa di sano e ricordo che ho comprato tutto quello che serve per un buon minestrone.
Mi spoglio metto il pigiama (non c’è verso che io stasera metta anche solo un piede fuori di casa!) entro in cucina e ritrovo tutti i miei utensili, ritrovo casa, ritrovo i sapori di famiglia.
Tagliare le verdure mentre cuoci il soffritto, rosolare prima le patate e aggiungere il resto, un po’ di rosmarino della piantina sul balcone aggiungere l’acqua il dado far bollire il tutto prima di chiudere la pentola a pressione.
Nel frattempo la griglia scricchiola sulla piastra incandescente chidendomi di mettere su l’hamburger che avevo preparato da me con tanto amore per me stessa e congelato qualche giorno prima.
Un pasto sano nutriente, quello di cui il mo stomaco ha bisogno, quello di cui la mia mente ha bisogno.
Accendo il computer e guardo un altro episodio di breaking bad giusto per ricordarmi che alla fine non sono così smelensa come potrei sembrare inq uesto momento e mi avvolgo nel poncho che mia nonna aveva fatto per mia madre e che poi è passato a me.
Questo poncho ultimamente ha riscaldato i miei amici che dormivano sul divano, ha riscaladato le mie amiche mentre guardavano un film, è diventato un mio abbraccio a chi ne ha bisogno.
Il rumore della penstola a pressione sul fuoco fa subito casa, e mi fa sentire meno nostalgia, me lo ha fatto notare un amico di mio fratello che ho “adottato” lo scorso anno mentre faceva l’erasmus a Dublino.
Il rumore di qualcosa di buono che si cucina e l’odore delle verdure che si trasformano in minestra allieta la mia serata stanca e mi permette di riposare in pace respirando profondamente nonostante la tosse che mi accompagna da giorni.
So che domani la mia coinquilina mangerà quello che sto cucinando e sarà felice di trovarsi il pranzo pronto prima di andare al college, so che domani mi vorrà bene e che saprà che io le voglio bene perchè cucino per lei, in fondo il concetto è sempre quello: saper cucinare rende amati, ed io amo essere amata

sabato 27 ottobre 2012

Halloween

Poi un sabato mattina ti alzi e sorridi, fuori il sole bacia la finestra e fa rimbalzare il verde del gardino tutt’intorno, dall’altra parte della porta senti rumori che sono diventati familiari e riconosci casa.
C’è una festa stasera, c’è una maschera da indossare, si può dare sfogo alla parte nascosta di te, ci sarà da sorridere e ammiccare.
C’era una serata di venerdì con le tue amiche finita  a parlare di ecologia e ambiente e risparmio energetico mentre si prova il trucco, si rolla una canna e si apre una bottiglia di vino.
Alle spalle ci sono i vividi ricordi delle feste con i tuoi più cari amici le risate le stupidaggini e l’affetto che non si dimentica e che è sempre pronto a farti compagnia e a farti sorridere velocemente come sale la malinconia di non averli accanto.
Ci sono ricordi che si mescolano nella memoria di tua madre con cui ha sempre preparato le maschere nei minimi dettagli e che rideva con te, ci sono i tuoi gesti di oggi che si confondono con i suoi e sono come una coperta calda in inverno.
C’è il vestito che ti provi e il pensiero di come tuo fratello ti insulterebbe vedendoti così succinta e di come questo ti manchi.
Ci sono le scarpe da decidere e il pensiero di tuo padre che ricorre “martina se non ti vesti un po’ da mignotta ora con i tacchi alti ma quando lo vuoi fare? divertiti, va, ridi”
C’è la borsa da decidere e le voci delle tue amiche di sempre che ti consigliano quale scegliere e perchè scegliere quella.
Ci sono i trucchi sparsi sul tavolo ed il primer da mettere e nuovi ricordi ti invadono.
C’è una nuova vita che ti aspetta, c’è di nuovo la consapevolezza che sei bella e sei intelligente e sei sexy e il mondo non ti spaventa.
Poi un sabato mattina ti alzi e sorridi, è Halloween e io sono felice.

sabato 19 maggio 2012

tre bombe per farti capire che non è la caffettiera quella che può esplodere mentre fai la pipì

Oggi mi sono svgliata ed il cielo è grigio a Dublino.
Non tanto strano ultimamente, ma avrei preferito un po' di sole dato che è metà maggio.
Fatti i rituali del mattino, tra i quali il primo assolutamente impredibile e improrogabile è mettere su il caffè e correre a fare la pipì sperando che caffettiera non esploda proprio in quei 30 secondi.
Bene, la caffettiera era sana e salva quando sono tornata fingendo una dignitosa camminata di disinteresse mentre attraversavo quell'aroma per dirigermi a lavare alcuni bicchieri lasciati nel lavandino dalla sera prima, in realtà io la mattina anelo caffè lo desidero immediatamente, ora e subito, ma ho capito che più guardi la caffettiera impaziente e meno il caffè decidedi fare capolino con il suo allegro gorgoglio.
Insomma bando alle ciancie sono riuscita ad avere il mio caffè (con un cucchiano scarso di zucchero, per poi aggiungere una puntina in più in finale perchè " non si sa mai", condito con, aimè, latte di soia) mi siedo sl divano guardando fuori dalla vetrata del balconcino della nuva casetta.
Il vento fa muovere gli alberi, dalla luce sembrano le 7 di sera in autunno (ma sono le 10 di mattina), cerco di capire se piove o non piove, o per meglio capirci: non piove propriamente, ma qua a Dublino esiste un fenmeno che posso chiamare solamente pioggia secca o aria bagnata, è più o meno come se fossi in un vaporizzatoree non c'è scampo all'essere completamente fradici in ogni singolo angolo del proprio corpo dopo pochi minuti all'esterno. Il problema è che questo fenomeno non è visibile ad occhio umano te ne accorgi quando è troppo tardi e sai che ti stai ammalando.
Comunque il computer è esattamente davanti a me sul tavolino del salotto e decido che posso accenderlo.
Martina nota per il futuro: quando ti addormenti davanti ad un film prima di prendere e chiudere lo schermo per trascinarti a letto metti in pausa il film.
Apro lo schermo e parte a tutto volume il fim che stavo guardando (o ascoltando nel dormiveglia se preferite) ieri sera. Uno shock difficile da gestire appena sveglia.
Ancora con un po' di tachicardia recupero il controllo del Mac e apro FB.
Con gli occhi ancora assonati dò un'occhiata veloce alle notizie  generali, seguo molte pagine di informazioni e per fortuna ho molto amici che si interessano del mondo e la mattina dare un'occhiata agli status che compaiono sulla mia home mi dà spesso un'idea di quello che succede.
Comincio a vedere parole come bombe, scuola, feriti, morte.
Comincio a sentire il fiato un po' corto, devo poggiare la tazzina del caffè, interrompere la ricerca di segni di pioggia secca e interagire in modo migliore con il computer.
Mani entrambe sulla tastiera e sguardo attento sul monitor.
Apro velocemente Repubblica.it e comincio a leggere epr cercare di capire cosa stesse succedendo.
Tre bombe davanti ad un liceo,
tre bombe fatte esplodere in mezzo a dei ragazzi,
tre bombe per dilaniare corpi giovani che vanno a crescere ed imparare,
tre bombe per distruggere madri pardi fratelli sorelle amici,
tre bombe per fare a pezzi degli innocenti,
tre bombe per perdere dignità,
tre bombe per fare i gradassi e fare paura,
tre bombe per vergognarsi,
tre bombe per lasciare l'amaro in bocca a chiunque,
tre bombe per farsi chiamare vigliacchi,
tre bombe per nascondersi dietro un angolo e sentire il boato,
tre bombe per affossare la dignità,
tre bombe per per farfugliare un messaggio che perde senso,
tre bombe per creare il caos credendo che ci si dimentichi di altri dettagli
tre bombe per meritarsi la fiducia del boss
tre bombe per riscattare un debito
tre bombe per farti rendere conto che oggi si può morire in un secondo 
tre bombe per farti capire che non è la caffettiera quella che può esplodere mentre fai la pipì
tre bombe per capire che il boato non è il film che non hi messo in pausa ieri sera
tre bombe uccidono
tre bombe non sono accetabili
tre bombe fatte esplodere in mezzo a dei ragazzi
tre bombe davanti ad un liceo.

VERGOGNA! INFAMI!  BASTARDI!