Scrivi,  riscrivi, correggi, fatti venire delle idee brillanti (ovviamente in  inglese), disturba le tue amiche (grazie amiche)  perché leggano le  pallosissime cose che scrivi per capire se hanno effettivamente senso,  infine corri velocissima a stampare e consegnare.
Ancora  con il fiatone, ma orgogliosa di aver consegnato entro le fatidiche 6  di pomeriggio quei maledetti 4 fogli, esco quasi trotterellante dalla  sede centrale del college, accenno una timida passeggiata per il centro  già che ci sono ma purtroppo i negozi stanno chiudendo, il cielo  imbrunisce rapido al nord e il freschetto piacevole della giornata di  sole comincia diventare sempre più pungente, se non fossi dovuta correre così tanto avrei  ricordato capello e guanti, quantomeno ho la sciarpa.
Continuo  a camminare mentre la città si ritira, chi a casa, chi nel pub, chi  corre cercando ancora un ultimo negozietto aperto: è il giorno di San  Valentino e vedo passare uomini di ogni età con in mano fiori,  palloncini, sacchetti di profumeria, ragazze di ogni età in abitini più o  meno eleganti e ben truccate, coppie di ogni età che si tengono per  mano e si guardano teneramente. Poi ci sono anche le persone come me, a  cui non importa più di tanto, che vivono la giornata come un qualunque  lunedì. 
Oggi sarebbe stato l'anniversario di matrimonio dei miei nonni  "Sai Martina- mi diceva mia nonna- San Valentino è una festa che hanno  inventato dopo che io e Renato ci siamo sposati, probabilmente solo per  celebrare il nostro grande amore" per me questo giorno non ha altro  significato che ricordare loro due.
Continuando  a camminare mi accorgo che ho voglia di qualcosa di buono per cena,  qualcosa che sicuramente non ho a casa, anche se ancora non ho deciso  cosa voglio esattamente, casualmente sono di fronte a quel bel  supermercato grande, grande, decido di entrare e di girovagare un pochino  ricordandomi che ho finito l’ammorbidente.
All’inizio  penso che devo comprare l’ammorbidente, il latte e forse uno sfizietto  per cena quindi rinuncio al carrello e anche al cestino proseguendo quasi  languidamente alla ricerca dell’essenziale, mai error fu più fatale.
Così  girando tra i vari reparti continuo a notare offerte speciali per San  Valentino, mi impongo di ignorarle, ma sono sempre di più, sempre più  interessanti, girando ancora capisco che avrò bisogno almeno di un  cestino e vado per prenderlo, quando eccola là: la padella per fare le  crepes e i pancake corredata di accessori quali la “formina a cuore” e il dosatore che  non ti fa cadere 700 goccioline come farebbe il mestolo, il tutto in un super saldo:  solo 5 euro e gli immancabili 99 cent.
Provo,  lo giuro provo a resistere, a camminare oltre cercando di consolarmi  infilando nel cestino delle crocchette, i piselli surgelati e delle uova  ripetendomi che non ne ho affatto bisogno visto che farò le crepes una  volta l’anno e i pancake ancora meno, ma mentre cammino alla volta  del banco frigo cercando il latte mi cade l’occhio sulla farina per pancake,  anch’essa in offerta. 
E’ una maledetta congiura, il destino mi dice che  devo avere quella padella. Mi fermo a guardare la confezione della  farina, sembra interessante, niente lievito, bisogna solo aggiungere  latte e uova, che sono casualmente già nel mio cestino, e poi con l’offerta compri 2 confezioni  di farina a scelta a 2 euro invece che 2 e 45, in effetti conviene, poi  volevo proprio comprare la farina per provare a cucinare gli scones (una  specie di muffin irlandesi), ci penso ancora un attimo e infilo nel  cestino anche quelli. 
Ma che mi basti la farina, non ho bisogno di  quella padella va benissimo il padellino antiaderente che ho a casa.  
Il  mio giro per i reparti del supermercato continua fino a farmi tornare  accanto alla pila delle famose padelle in offerta, fingo di non  guardare mentre cerco dei cereali per cucinare una zuppa, proprio là  accanto, ancora una volta ripeto come un mantra che “non ne ho  bisogno, non mi serve, è inutile...non ne ho bisogno, non mi serve, è  inutile...” 
La  mia mente a quel punto si sublima in un pensiero che in quell’istante  mi appare geniale 
“questa è la padella che mamma desidera da una vita,  la comprerò per lei per il suo compleanno, ne sarà felicissima!”
Così  mi inganno per bene che è uno splendido regalo per mammina, che non la  compro per me ma per rendere felice lei, anche se il suo compleanno è  tra 2 mesi e sarà piuttosto complicato portare quella scatolona in  viaggio, ma per il momento la scusante è valida, le motivazioni reggono e  io sono così felice che dirigendomi alla cassa carica come un somaro,  quando volevo solo 2 al massimo 3 cose, ho anche il coraggio di fermarmi  davanti alle offerte speciali dei vini e mi concedo uno champagne al  50% di sconto per festeggiare la mia...ops di mammina...nuova padella.
N.B.
ovviamente  appena ho messo piede in casa e le mie coinquiline hanno adocchiato la  padella e sono riuscite a convincermi in circa 4 secondi netti che avrei  dovuto comprare un’altra padella in offerta per mammina...
 
 
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